venerdì 25 luglio 2014

UN'ESTATE DI SILENZI


Scorrendo nel blog IL CALCIO GIOVANILE ABRUZZO, dagli archivi degli anni precedenti possiamo notare come le società di prima fascia ad oggi avevano già le news e le presentazioni di staff e progetti futuri, invece questo 2014 ci riserva solo la calma piatta, nessuno esce allo scoperto, forse per non sbagliare le mosse e non svelare i propri piani?
Le società ad oggi stanno cercando soprattutto di bloccare i vecchi tesserati, dall'altra però ragazzi e genitori cercano risposte su programmi e prospettive, fatto è che assistiamo a questo stallo.
Ciò che preoccupa i ragazzi delle big è sicuramente sapere quale percorso riserva loro la società, cercano di capire anche e soprattutto guardando chi li ha preceduti, ad oggi sulla costa adriatica purtroppo siamo rimasti a Bufo (Poggio) e Cerqueti (Giovanile), finiti in società di serie A. Gli altri, anche se di ottime prospettive continuano a finire in campionati di promozione ed eccellenza, senza avere avuto mai nemmeno una chance di essere visti da grandi società. Eppure in Abruzzo abbiamo una rappresentativa allievi CAMPIONE D'ITALIA, ed i ragazzi che fine hanno fatto? Ad oggi solo un paio avranno una chanche in squadre professionistiche abruzzesi e gli altri? Diversi finiranno con il disamorarsi di uno sport che li ha delusi tanto e smetteranno di giocare. Speriamo che tutto questo silenzio sia solo il frutto di una pianificazione attenta e non il risultato di società che non hanno nulla da offrire ai propri ragazzi.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo ma il Delfino Flacco Porto ad oggi invece ha presentato programmi e staff riunendo per già 3 volte ogni gruppo dal 2001 al 1997.

Anonimo ha detto...

la crisi economica ci distrugge!!
le società soffrono!
hai visto come godeva la Merkel ai mondiali??
il mondo tifava argentina, indovina perché?

Anonimo ha detto...

mister la prego appena verrà informato di far sapere gli staff tecnici delle società a parte lei,nessuno sembra voler uscire allo scoperto, spero non sia paura e consapevolezza che stiano affondando

Anonimo ha detto...

CHIETI. Davide D’Ancona ha detto basta al calcio e iniziato una nuova vita. Ora il 23enne attaccante (ormai ex) di Torrevecchia Teatina lavora come tecnico fanghista in una ditta di Roma che si occupa di servizi petroliferi. In pratica, l’ex bomber cresciuto nel settore giovanile della Rc Angolana, che nella passata stagione ha vestito la maglia della Civitanovese in serie D, deve provvedere al corretto funzionamento chimico e fisico dei fluidi di perforazione. La sua vita è cambiata radicalmente. Da circa un mese, D’Ancona non corre più dietro a un pallone, ma controlla il confezionamento del fango. Le sue giornate non le trascorre più sui campi di allenamento, ma in cantiere lavorando dalle 8 alle 12 ore al giorno. Una scelta sofferta, fatta con la testa e non con il cuore. E pensare che D’Ancona era una promessa del calcio. A 17 anni esplose con l’Angolana di Vincenzo Vivarini, a 18 firmò un contratto con il Bari. Sei mesi nella Primavera dei galletti, altri sei in prima squadra al fianco di Bonucci, Ranocchia, Barreto e Alvarez. Poi Chieti ed Ebolitana in Seconda divisione, il ritorno all’Angolana e la tappa di Civitanova in serie D. L’ultima della sua carriera da calciatore. «Ho deciso di smettere perché questo non è il calcio che sognavo da bambino», racconta D’Ancona. «Oggi vedi ragazzi che giocano solo perché portano sponsor e poi in campo non riescono a fare nemmeno due passaggi. Non sopportavo più di vedere gente che giocava solo perché pagava e prendeva il posto di chi meritava e faceva sacrifici. Questa cosa mi rendeva nervoso e non vivevo serenamente. In questo calcio non c’è più meritocrazia. Poi ci sono tante società che fanno promesse e non le mantengono. Mi hanno fatto passare la voglia di giocare e con questo mondo non voglio avere più nulla a che fare». La storia di D’Ancona è quella di un enfant prodige che non ha mai sfondato. Vivarini, l’allenatore che lo aveva scoperto nelle giovanili dell’Angolana, lo porta a Chieti nella stagione 2010/2011. Per il ragazzo di Torrevecchia è la prima esperienza nei professionisti. Subito un gol nella prima partita di Coppa Italia con il Barletta. Poi tanta panchina e appena 13 presenze. L’anno dopo il Bari, proprietario del cartellino, lo gira in prestito all’Ebolitana. L’attaccante parte benissimo e segna cinque gol nel girone d’andata. Ma non fa i conti con la sfortuna. Il 15 gennaio 2012, alla prima giornata di ritorno contro L’Aquila, D’Ancona si rompe crociato, menisco e collaterale. «Volevo già smettere allora, poi mio padre mi convinse a continuare e tornai all’Angolana. Lo scorso anno sono andato alla Civitanovese e mi sono trovato bene. Con il ds Omar Trovarello ho avuto un ottimo rapporto: è una persona seria e qualche settimana fa mi ha chiesto di andare con lui a Chieti. Ma ormai ho perso gli stimoli e deciso di lasciare. Non ho rimpianti perché nel calcio non vedo futuro: quando arrivi a 30 anni poi che fai? Questo è un mondo dove è facile entrare ma è difficile rimanere. Oggi è sotto gli occhi di tutti che gioca solo chi porta gli sponsor. Meglio trovarsi subito un lavoro fisso e divertirsi la domenica con gli amici. Ho avuto l’opportunità di lavorare in una ditta di servizi petroliferi e l’ho presa al volo. Ora sono finalmente felice e non vedo l’ora di girare il mondo. A metà agosto parto per la Libia». Il calcio, per Davide D’Ancona, rimarrà solo una passione. Ora lo aspetta un futuro in cantiere.

Giammarco Giardini

http://morenocolaiocco.blogspot.com/ ha detto...

ecco perchè la scuola e l'istruzione restano sempre la scelta da privilegiare.

Anonimo ha detto...

Pienamente concorde che la scuola è e rimane la prima scelta e come dice Giammarco non c'è meritocrazia, il calcio ormai è diventato un mondo per gente disonesta che non ha il minimo interesse per i ragazzi ma pensa solo al proprio profitto e questo a tutti i livelli!

Anonimo ha detto...

Si, Antonio Rossi hai ragione leggi:
CHIETI. Il mercato del Chieti entra nel vivo. In settimana arriveranno i primi rinforzi per il tecnico Donato Ronci. La priorità sono gli under: nelle ultime ore il ds Omar Trovarello ha messo gli occhi sull'attaccante Manuel Spadafora ('94), che nella passata stagione ha giocato prima con il Riccione (serie D) e poi con l'Ischia (Lega Pro), realizzando complessivamente 6 gol in 17 partite. Nella stagione 2012/2013 ha giocato in Eccellenza nel Rieti segnando sei gol. Un under che viene monitorato insieme al difensore Luca Giammarino ('95) della Renato Curi Angolana e al terzino sinistro Antonio De Cesare ('96) della Sarnese.

Anonimo ha detto...

il nome e cognome del difensore....è meraviglioso anzi stupefacente!!

Anonimo ha detto...

hai ragione. andiamo a vedere il nuoto o l'atletica. se non corri e se non vali - NON VINCI!! in quello sport nessun parente ti può spingere da dietro

Anonimo ha detto...

Davide D’Ancona ha detto basta al calcio e iniziato una nuova vita..... infatti queste cose che leggiamo sono la prova!!
Grande Davide D'Ancona in bocca al lupo per il nuovo lavoro e per la vita. Dimentica questa gente senza merito.

Anonimo ha detto...

Signor Rossi riporti questo articolo in cima affinché i giovani leggano e capiscano. Anche per aprire gli occhi ai miei figli. grazie

http://morenocolaiocco.blogspot.com/ ha detto...

Fatto, l'articolo è stato ripubblicato

Anonimo ha detto...

Se ne parla sempre e a tutti i livelli dell'esigenza di intervenire nei settori giovanili, ma i giovani capaci che abbandonano sono sempre in aumento. Continuerà così finché i responsabili dei settori giovanili sono persone senza scrupoli interessate solo al proprio portafoglio, assoldate da società senza un soldo. E questo è ben noto a tutti che succede sia nelle società prof che dilettanti o di puro settore. Non credo che succeda al nord. Povera Italia, povero calcio e poveri giovani.

Anonimo ha detto...

Non da sottovalutare l'arrivo al Sant'Anna di Alessandro Battisti (ex ds Chieti)

Anonimo ha detto...

Che schifo! Ma quello lì che dirà al figlio quando le raccomandazioni finiscono e non trova lavoro neanche come pulitore di palazzo?
Non lo potrà fare perché il giovane ride sempre in campo ed a volte anche senza motivo.

Anonimo ha detto...

non è vero che se vali, prima o poi avrai quello che meriti
è una grande cazzata. quelli che sono esorditi in serie A due anni fa adesso non li vogliono neanche in serie d e intanto rubarono posti a tanti ragazzi nei settori giovanili

Anonimo ha detto...

Il Pescara non da testo è la fogna dei settori giovanili professionistici

Anonimo ha detto...

Il Pescara non fa testo è la fogna dei settori giovanili professionistici