lunedì 6 aprile 2015

STORIE DI ORDINARIA VERGOGNA

La storia parte sabato, dal favore fatto ad un caro amico, la dove l'impossibilità di reperire arbitri in giorni festivi impediva lo svolgimento di un torneo di calcio per ragazzini. I giorni di giorni di Pasqua e Pasquetta quindi, mentre tutti si svegliano tardi e si preparano al lauto pranzo, mi sono svegliato di buon'ora, per poter dare il fischio d'inizio alle ore 8:50, prima gara in programma, categoria esordienti. Tutto sembra normale, la tranquilla giornata di un appassionato di calcio giovanile a divertirsi e far divertire dei ragazzi, ma da qui ad entrare in un contesto surreale, nauseabondo ed insopportabile il passo è stata breve. Ritrovarsi a dirigere partite di bambini esagitati, attorniati da adulti esaltati, a tratti invasati, mi ha fatto molto riflettere.
Al termine delle gare di questa mattina ho avuto tutto chiaro, il calcio giovanile nostrano è veramente al collasso, non per la mancanza di ragazzi ed appassionati ma per la nuova generazione di genitori e dirigenti. Durante l'ultima partita ho dovuto sottostare a 50 minuti di continui improperi, insulti di ogni genere ed umiliazioni, quasi tutti da parte della squadra che ha vinto la partitina per 5-2! Un atteggiamento vigliacco, che nulla ha a che fare con lo sport, con il calcio giovanile e con l'educazione di ragazzi di 12 anni. Al netto della frustrazione di tanta gente, in un momento storico e sociale molto difficile per la crisi economica, la disoccupazione ed il degrado morale dilagante resta il fatto che un simile teatro si è scatenato alle spalle di un uomo di oltre 40 anni, con esperienza pluriennale di calciatore, di allenatore e di arbitro amatoriale, ho provato solo ad immaginare un ragazzo di 14-16 anni, alle prime esperienze e con un carattere non ancora formato (perchè a loro è affidata questa fascia d'età) cosa avrebbe potuto combinare una volta andato in completa confusione e temendo il peggio per la sua incolumità.
Penso di aver intuito quale sia il vero problema del calcio italiano, i genitori ed i dirigenti di questa generazione di ragazzini che si affacciano oggi allo sport. Adulti che danno il cattivo esempio, che aizzano, che adombrano dubbi sulla regolarità delle gare, a cui non interessa affatto il leale confronto con altri ragazzi, il miglioramento tecnico e motorio del ragazzo, una crescita armoniosa e serena.
Se il 60% dei calciatori di serie A è straniero, soprattutto provenienti da paesi poveri, forse è dovuto al fatto che non hanno l'handicap di essere circondati e cresciuti da energumeni di tale portata, avendo invece la possibilità di divertirsi e crescere in modo sano e corretto attraverso il calcio. Oggi ho anche ben chiaro l'origine delle ridicole, quanto vergognose, frasi lette settimanalmente su internet nei riguardi degli arbitri dei campionati regionali, qui la Federazione forse dovrebbe interverire, partendo dai più giovani ed applicando punizioni esemplari in modo da scardinare questa ondata di barbari e beceri adulti che stanno rovinando anche quest'isola felice che era il calcio giovanile. 
Chiudo ringraziando i dirigenti del Poggio Degli Ulivi presenti sugli spalti che mi hanno espresso solidarietà, stigmatizzando l'accaduto ed essendo visibilmente rammaricati dell'accaduto.

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