venerdì 29 luglio 2016

NUOVA RIVOLUZIONE IN CASA RC ANGOLANA



Trapelano indiscrezioni dal Campo Zanni, dove sarebbe in corso una nuova rivoluzione in casa nerazzurra. Con l'abbandono della Presidentessa Nicla Corvacchiola ed la successiva uscita di scena del DS Masciangeli la società è tornata nelle mani del patron Gabriele Bankowsky, lo stesso ha provveduto a rimettere alla guida della società i dirigenti storici angolani Spinelli e Di Iulio, dando pieni poteri al figlio Claudio Bankowsky. Il settore giovanile sarà sottoposto anch'esso ad un bel giro di walzer, via subito il il responsabile Roberto La Selva, con esso il suo team dei mister D'Ascanio, Rosato, Michetti, Caratella ed i tecnici della scuola calcio, la ricostruzione sembra sarà affidata ad Antonio Palladinetti ed Antonio Bucci. Altro discorso per la Caldora Calcio, società che in pratica ha la gestione dell'impianto comunale di Zanni, contratto scaduto a Marzo 2015 ed attualmente in proroga fino a nuovo bando da parte del comune di Pescara; a quanto pare la storica società biancazzurra sarà messa a disposizione dei Delfini Biancazzurri per far crescere al meglio i ragazzi del Pescara. La strada è sicuramente lunga  e tutta in salita in casa angolana ma sicuramente saranno capaci di trovare il modo di tornare ai fasti di un tempo.

martedì 26 luglio 2016

PULCINO CACCIATO DALLO J.C. PARMA, LA MADRE: "Quali sono i valori educativi?"



“Inviamo la presente per comunicarti che non rientri più nei quadri tecnici della nostra Società in vista della prossima stagione 2016/2017”. Questo il messaggio con cui il Juventus Club Parma ha deciso di “scaricare” un bambino di dieci anni di Mezzani, una frazione di Parma. L'associazione dilettantistica (che con la Juventus campione d'Italia ha in comune solo il nome) ha deciso di affidare a una lettera, destinata direttamente ai giovanissimi calciatori esclusi, la comunicazione che non avrebbero più potuto far parte della squadra dei “Pulcini”.

“Uno scandalo”, afferma sua madre, Berna P, 48 anni, che, dopo aver visto suo figlio in lacrime, ha deciso di scrivere ai giornali e alla Figc per denunciare l'accaduto: “A quali principi educativi – si chiede - si ispira una scuola calcio che scarica i ragazzini con una lettera?”.

Lo Juventus Parma Club (una delle oltre 7mila scuole calcio italiane, le cui rette vanno dai 300 ai 900 euro l'anno e dalle quali arriva all'esordio in A solo un bambino ogni 4-5mila) si è scusato per aver indirizzato la lettera al bambino, ma ha difeso la propria scelta sostenendo di avere “tantissime richieste di iscrizione”. “Possiamo allestire solo un certo numero di squadre – ha dichiarato il presidente Mauro Bertoncini -. La necessità di selezionare viene da sé”. Una replica che irrita ancora di più la combattiva signora P.

Che cosa contesta di questa scelta?

Questa scuola è accreditata dalla Fgci, quindi dovrebbe seguirne le linee educative e non si parla di selezioni per questa fascia d'età, non per una associazione dilettantistica. Ci sono altre scuole che fissano un numero oltre il quale non accettano più iscrizioni, ma non fanno selezioni. Quando ha ricevuto la lettera mio figlio si è chiesto perché non poteva più andare a giocare con i suoi amici e vedere il suo allenatore. Alla sua età bisogna essere tutelati: si deve imparare a socializzare, a rispettare le regole. Questi valori vengono prima della tecnica sportiva, qualcuno dovrebbe vigilare.

Suo figlio frequentava la scuola da due anni: non era mai accaduto prima?

Sì, l'anno scorso avevano mandato via altri bambini. Mi hanno anche riferito che, nonostante venissero convocati a rotazione, non tutti sarebbero stati fatti giocare allo stesso modo. Questa cosa non ci era piaciuta, ma finché non toccano tuo figlio non ti mobiliti. Ora mi rendo conto che avremmo dovuto dire qualcosa già in quelle occasioni.

Come hanno reagito gli altri genitori?

Da quasi tutti i genitori dei bambini che sono stati convocati non ho ricevuto neanche una telefonata, nonostante si fossero creati dei legami di amicizia. Altri mi chiedono: "Ma non lo sapevi che il mondo del calcio funziona così?". No, io non lo sapevo. Mi sono informata prima di iscriverlo e il fatto che la scuola avesse il riconoscimento della Figc mi dava garanzie sulla sua validità. Se avessi saputo che facevano selezioni non l'avrei mai iscritto. Le famiglie e i dirigenti devono riconoscere che in questo sistema c'è qualcosa che non funziona.

Iscriverà ancora suo figlio a calcio?

Il mio bambino fa anche judo, ma ama il calcio, quindi lo iscriverò alla scuola della frazione dove abitiamo: non ha nessuna targa e nessun riconoscimento, ma siamo certi che non sarà trattato nello stesso modo. Intanto ho scritto anche al dirigente della Scuola Calcio Juventus Italia, quella ufficiale, di Torino, che mi ha risposto subito, dicendomi che girerà il caso ai loro legali. Dalla Fgic regionale, invece, non si è fatto vivo nessuno, ma una risposta me la devono dare. Io non mi fermo qui.

mercoledì 20 luglio 2016

RIPESCATE CAMPIONATI REGIONALI






Con l'inserimento de L'Aquila Calcio (neo retrocessa dai professionisti) nei campionati regionali i posti a disposizione per i rispescaggi diventano in pratica due, tutto questo in attesa della sorte della Virtus Lanciano, che potrebbe essere iscritta in serie D (o eccellenza) ed occupare un'altra casella. Questa ad oggi la situazione, tra qualche settimana, dopo la chiusura delle iscrizioni ed eventuali rinunce, magari la situazione sarà delineata meglio e noi daremo degli aggiornamenti ed informazioni in merito a chi, tra le squadre che ne avranno fatto domanda, avrà diritto al ripescaggio nei campionati allievi e giovanissimi regionali.


Stagione Sportiva 2016-2017
ELENCO SOCIETA’ AMMESSE DI DIRITTO
ALLIEVI
GIOVANISSIMI
Matric.
Società
Matric.
Società
1040
A.S.D. ALBA ADRIATICA
1040
A.S.D. ALBA ADRIATICA
937840
S.P.D. AMITERNINA
932903
A.S.D. ALCYONE CALCIO
202671
A.S.D. BACIGALUPO
937840
S.P.D. AMITERNINA
915460
A.P. 2000 C. ACQUAESAPONE
202671
A.S.D. BACIGALUPO
940713
A.S.D. CALCIO GIULIANOVA
915460
A.P. 2000 C. ACQUAESAPONE
204236
A.S.D. CALDORA CALCIO PESCARA
940713
A.S.D. CALCIO GIULIANOVA
62999
CELANO FC MARSICA
62999
CELANO FC MARSICA
73826
A.S.D. COLOGNA CITTA’ DI ROSETO
73826
A.S.D. COLOGNA CITTA’ DI ROSETO
940710
A.S.D. CUPELLO CALCIO
932225
A.S.D. DANNUNZIO MARINA
943397
A.S.D. CURI PESCARA
931564
S.S.D. DELFINI BIANCAZZURRI Srl
932225
A.S.D. D’ANNUNZIO MARINA
920518
A.S.D. IL DELFINO FLACCO PORTO
70066
A.S.D. FOSSACESIA
70066
A.S.D. FOSSACESIA
932460
A.S.D. GLADIUS PESCARA 2010
935775
A.S.D. FRANCAVILLA CALCIO NC
920518
A.S.D. IL DELFINO FLACCO PORTO
932460
A.S.D. GLADIUS PESCARA 2010
81117
A.S.D. LUCO CALCIO
919360
A.S.D. MARSICA C. 2006
940715
A.S. MANOPPELLO ARABONA
201807
A.S.D. OLYMPIA CEDAS
919360
A.S.D. MARSICA C. 2006
937667
A.S.D. PENNE 1920
57953
A.S.D. MIGLIANICO CALCIO
600704
A.S. PINETO CALCIO
201807
A.S.D. OLYMPIA CEDAS
913971
A.S.D. POGGIO D. ULIVI R.CURI
937667
A.S.D. PENNE 1920
81709
RENATO CURI ANGOLANA SRL
600704
A.S. PINETO CALCIO
937829
A.S.D. RIVER 65 CASALE 65
913971
A.S.D. POGGIO D. ULIVI R.CURI
911216
A.S. ROSETO CALCIO
81709
RENATO CURI ANGOLANA SRL
60963
A.S.D. S.OMERO PALMENSE
919361
A.S.D. RIPA 2007
62988
S.S.D. S.NICOLOCALCIO TERAMO S.R.L.
937829
A.S.D. RIVER 65 CASALE 65
937669
A.S.D. TAGLIACOZZO
911216
A.S. ROSETO CALCIO
82105
POL. D. TORRESE
62988
S.S.D. S.NICOLOCALCIO TERAMO S.R.L.
921215
A.S.D. TORRE CALCIO
82105
POL. D. TORRESE
600521
A.S.D. TORRE ALEX CEPAGATTI
911092
A.S.D. VIRTUS VASTO CALCIO
911092
A.S.D. VIRTUS VASTO CALCIO
L'AQUILA CALCIO
L'AQUILA CALCIO








sabato 16 luglio 2016

SETTORI GIOVANILI EUROPEI



Prendendo spunto da un articolo condiviso da un allenatore abbiamo pensato di pubblicare un link di un articolo dove si parla di allenamento, metodologia e programmazione di un settore giovanile. In questo modo abbiamo la possibilità di conoscere come si lavora lontano dalla nostra Italia e dalla nostra idea di calcio, settori giovanili nostrani che hanno come prodotto di riferimento, ovvero la massima espressione nazionale, attaccanti del calibro di Ciro Immobile (attualmente fuori da qualsiasi giro importante), Simone Zaza (che la Juve cerca in tutti i modi di piazzare da qualche altra parte) e Graziano Pellè (finito a giocare in Cina). In questo caso abbiamo un settore giovanile prestigioso del Portogallo, nazione fresca campione d'Europa, dove si parla della loro filosofia di allenamento. Con questa finestra sul calcio lusitano si offre uno spunto di riflessione ed un confronto con la metodologia usata nei nostri settori giovanili, con usanze e consuetudini degli allenatori del Belpaese. Questo il link:

http://www.allfootball.it/blog/calcio-estero-scuole-tattiche-esercizi/12-7-2016/calcio-giovanile-come-si-lavora-in-portogallo


NB: copia ed incolla il link nel browser

giovedì 14 luglio 2016

IL DEFIBRILLATORE DIVENTA OBBLIGATORIO



Dopo tante proroghe e rinvii dal 20 luglio entrerà in vigore il decreto Balduzzi del 2013 e salvo nuove proroghe scatterà l'obbligo per le società e le associazioni sportive del defibrillatore. Un passo in più per la sicurezza degli atleti, ma anche una nuova stangata per le società in questo periodo di crisi dove tante società chiudono i battenti (nella foto un defibrillatore manuale, un dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore, il principio dell'apparecchio consiste nel ripristino immediato del battito cardiaco del paziente, in caso di minaccia di morte imminente a causa di arresto cardiaco o di fibrillazione ventricolare, attraverso l'applicazione di una scarica di corrente elettrica).

L’obbligo riguarda le Associazioni sportive dilettantistiche (Asd) o le Ssd (Società Sportive Dilettantistiche) che dovranno quindi essere fornite di defibrillatore durante lo svolgimento dell’attività sportiva, sia in allenamento che nelle competizioni ufficiali.

L’onere della dotazione del defibrillatore semiautomatico e della sua manutenzione sarà a carico della società come la spesa per l'acquisizioni degli attestati di BLSD per il personale.
Le società che operano in uno stesso impianto sportivo potranno però consorziarsi o demandare l’onere della dotazione e della manutenzione del defibrillatore semiautomatico al gestore dell’impianto attraverso un accordo che definisca anche le responsabilità in ordine all’uso e alla gestione.

mercoledì 13 luglio 2016

UN MODELLO DI SETTORE GIOVANILE



A cura del prof. Eugenio Toti e del suo Staff
Nel calcio da anni si sta facendo sempre più impellente, la necessità di avere dei chiari indirizzi programmatici sui quali costruire le società di settore giovanile.
L’andare avanti senza una meta, senza obiettivi e dei mezzi idonei per realizzarla è sicuramente la prima cosa da evitare in una società calcistica sia dilettantistica, che professionistica. Programmare vuol dire progettare una strada da percorrere: le tappe intermedie, i mezzi da utilizzare, gli strumenti per verificare la qualità e la quantità del percorso effettuato.
Da queste riflessioni scaturisce la necessità di stabilire dove una società vuole andare e soprattutto stabilire che tipo di strategie intende mettere in moto per rendere concreto i suoi piani. Il significato della programmazione deve essere quindi visto in funzione del raggiungimento d’obiettivi che sono preventivamente stabiliti.
La meta e gli obiettivi devono essere compatibili con i mezzi disponibili dalla società e quindi collegarsi alla realtà esterna nella quale è inserito il sodalizio sportivo.
E’ fuori discussione che diverrebbe troppo complicato, ed anche inopportuno, stabilire dei modelli di programmazione troppo rigidi per le società sportive che – non dimentichiamoci – vivono in buona parte sul volontariato e non su strutture imprenditoriali ben definite
Le tappe di un elementare processo di progettazione e programmazione per una società calcistica di settore giovanile a mio avviso devono essere:
A) Situazione sociale dove s’inserisce la società.
B) Definizione degli obiettivi generali.
C) Definizione degli obiettivi specifici.
D) Quantificazione degli obiettivi specifici e generali.
E) Approvazione.
F) Valutazione.

a) La valutazione della situazione economica, demografica, sono aspetti da considerare. Conoscere il numero delle società calcistiche che gravitano nel nostro bacino, il numero di praticanti e soprattutto le strutture (campi, palestre etc.)

b) Per definizione d’obiettivi generali, s’intendono le linee strategiche che vuole perseguire la società. Gli obiettivi generali definiscono in pratica la filosofia della società. In passato, le società erano improntate sul principio dell’agonismo esasperato. L’importante era il risultato e, se si riusciva, vendere qualche “giocatorino” a società professionistiche. Oggi le società calcistiche che nel suo interno hanno un settore giovanile, devono privilegiare la filosofia dello strumento calcio come mezzo formativo in tutti i suoi elementi.

c) Gli obiettivi specifici, possono essere di natura tecnica, tattica, organizzativa e finanziaria. La vittoria di un campionato, l’iscrizione ad un torneo regionale, la valorizzazione del proprio settore giovanile, la ricerca e la valorizzazione dei talenti, la formazione e la valorizzazione degli istruttori-allenatori, ricerca e sperimentazione di una didattica e di una metodologia che accomuni l’intero settore giovanile, interscambiabilità, circa di tutto lo staff tecnico, l’acquisizione di sponsor per una maggior crescita economica, ecc.ecc.

d) La quantificazione deve essere legata alle reali potenzialità della società: alle risorse umane ed economiche. Mai porsi degli obiettivi irrealistici che si rivelano impercorribili. La scelta dei tecnici è un obiettivo specifico di gran rilevanza. Solidità economica e ricchezza di persone che possono dedicare il tempo per affrontare le molteplici attività di un settore giovanile.

e) Una società sportiva deve essere definita come un gruppo di persone motivate, con la stessa filosofia, che lavorano insieme per il raggiungimento d’obiettivi. La condivisione degli obiettivi è la regola principale per centrare gli stessi. Le ostilità nel gruppo, creano tensioni a volte insanabili, bisogna dividere compiti ed incarichi evitando sovrapposizioni di ruoli che determinerebbero delle incomprensioni che a medio-lungo termine danneggerebbero la società.

f) La valutazione di ciò che è stato fatto deve essere un momento ben preciso nella realtà della società. E’ bene programmare riunioni con i massimi esponenti della società più volte, per fare una valutazione intermedia dell’operato ed eventualmente correggere quelle strategie che si sono rilevate poco efficaci per raggiungere gli obiettivi. La valutazione finale va fatta a fine ciclo ed allora è quello il momento di fare i conti. I cicli devono essere pluriennali di due – tre – cinque anni (obiettivi a medio e lungo termine).


Struttura ed organizzazione societaria


Il settore giovanile non deve essere considerato una piccola repubblica indipendente nell’organizzazione della Società. Deve avere una propria autonomia tecnica e di gestione economica, ma non avulsa dal contesto generale della società. Una più ampia autonomia potrà essere concessa alla Scuola Calcio di Base , per i ragazzi dai sei ai 12 anni.
Il principio dominante, il Settore Giovanile di una società, è quello di:
“Preparare giovani calciatori per le proprie squadre più rappresentative, per la prima squadra e calciatori da avviare a società dilettantistiche, semi-professionistiche e professionistiche”.
E’ ovvio che, come conseguenza d’un buon lavoro con i giovani, necessariamente, arriveranno anche i risultati di prestigio per la Società, ma questi non dovranno mai essere anteposti al ruolo formativo che deve avere il settore giovanile.

La prima caratteristica di una struttura sociale che intende porsi con continuità l’obiettivo dell’efficienza è quella d’essere stabile nel tempo. Infatti, solo operando nella stessa direzione con gli stessi uomini, per un determinato periodo, si potranno utilizzare al meglio le risorse umane ed economiche che una società ha a disposizione.
L’organizzazione del settore giovanile riveste vitale importanza nella vita di una società, perché consente di fronteggiare tempestivamente le problematiche che si presentano nel corso della stagione.
La professionalità e le doti umane di coloro che operano nel settore giovanile (dirigenti allenatori, ecc.) devono essere oltre che un punto di partenza, un punto fermo; chi opera nel settore giovanile ricordi sempre che il tutto deve essere finalizzato alla crescita della persona come presupposto fondamentale per ottenere anche buoni calciatori.

Questo breve ma necessario preambolo serve ad introdurre quella che è una mia, e del mio staff tecnico, convinzione particolare e in altre parole la creazione di un modello societario di settore giovanile che abbia una pianificazione, una programmazione e una ricerca costante d’obiettivi miranti alla formazione di un profilo molto professionale. Questo profilo può realizzarsi in una società professionistica, ma con i necessari ausili e aggiustamenti, rendersi concreto anche in una società di settore giovanile dilettantistico.
Mi chiamo Eugenio Toti , ho 45 anni sono prof. d’educazione fisica e allenatore di base della F.I.G.C.
Da più di 20 anni mi occupo di attività di base nel settore giovanile e da 14 anni ricopro la carica di Responsabile della scuola calcio della A.S. Savio, attualmente legata da un rapporto di affiliazione alla Lazio. (La scuola calcio del Savio conta circa 270 allievi dai primi calci ai giovanissimi sperimentali sotto età). Nell’arco di poco più di un decennio circa 100 ragazzi, cresciuti e formati nella propria scuola calcio, sono approdati nei settori giovanili di società professionistiche.
I risultati raggiunti sono frutto di un paziente lavoro di programmazione e di un progetto didattico altamente avanzato, l’attività è svolta sul campo, da uno staff di istruttori qualificati e costantemente aggiornati da corsi formativi che si organizzano ogni anno. L'avere acquisito la qualifica di “Centro pilota regionale” della federazione conferma la validità del nostro modello e dei principi ispiratori che né sono alla base.
Un maggiore impegno nei confronti dell’attività di base e delle squadre giovanili, vorrebbe dire formare giocatori d’alto livello evitando una parte degli investimenti miliardari che si fanno oggi sul mercato internazionale. Maggiore impegno vuol dire prima di tutto migliorare il personale docente. Calciatori si nasce o si diventa? Chi fra gli operatori del settore non si è posto almeno una volta questo problema? Siamo certi che ogni bambino possieda un patrimonio ereditario attitudinale che puntualmente affida in mano all’adulto. Nel settore giovanile l’istruttore ha questa gran responsabilità poiché è mediante la qualità dei suoi metodi, delle conoscenze teorico-scientifiche, ed in base alla qualità dei contenuti delle attività proposte, che potrà materializzare il disegno genetico in possesso di ogni piccolo calciatore e soddisfare quindi richieste e aspirazioni.
Il ruolo dell’istruttore è fondamentale. Egli ha a disposizione un “materiale” molto sensibile, che risponde positivamente però solo a certe sollecitazioni.
L’istruttore deve essere un esperto di scienze motorie, avere una solida base psico-pedagogica, saper organizzare e programmare l’attività didattica e scegliere la metodologia più appropriata per portare avanti le proprie idee. Nel nostro staff composto di “allenatori di base” abbiamo laureati in scienze dell’educazione motoria, preparatori atletici diplomati a Coverciano, esperti programmatori per ogni fascia di età. Proverò a descrivere i contenuti di questo modello didattico e metodologico dell’A. S. Savio, nelle pagine seguenti.



Posso affermare che lo sport giovanile, se affrontato seriamente è un fenomeno complesso, così come tutti gli altri aspetti o momenti di vita sociale.
È bene richiamare delle analogie, che determinano il nostro modello di vita quotidiano, ad esempio:
A scuola, come all’università, c’è un piano di studio che predispone delle materie da affrontare e degli esami da sostenere. Ad esempio uno studente di medicina non può sostenere l’esame di chirurgia se non ha già superato quello d’anatomia.
Nel calcio giovanile:
A) Quale pianificazione?
B) Quale programmazione?
C) Quali obiettivi?

Pianificazione

1) Le risorse: sua norma.
Risorse strutturali (campi, palestra, sala medica, sala fisioterapeutica, etc.).
Consideriamo l’ampia articolazione del settore giovanile dell’A.S. Savio. Esso è così strutturato:
Una scuola calcio con più di 270 iscritti, un settore di pre-agonistica e un settore agonistico, il tutto fa sì che la società per la stagione 2002 / 2003 ha iscritto ai vari campionati la bellezza di 17 squadre.
La necessità di assicurare agli atleti la massima fruizione delle risorse del centro, ha generato una sorta d’ordinamento e dei criteri generali cui attenersi:
1) Articolazione dei giorni, degli orari degli allenamenti, in modo da rendere massimo l’impiego giornaliero delle strutture;
2) In caso d’insufficiente disponibilità preferire la fruizione delle sopraddette risorse da parte delle squadre più importanti;
3) Cercare, nei limiti del possibile, di assicurare a tutti la fruizione delle stesse risorse anche se in maniera ridotta.

2) Formazioni delle squadre.
Si forniscono i seguenti elementi da tenere in considerazione per la formazione delle squadre:
A) Nella Scuola Calcio si formano dei gruppi di lavoro secondo:
a) Età degli allievi.
b) Capacità degli allievi.

PS Per capacità s’intendono quelle: coordinative, condizionali, tecniche, psichiche, fisiche, caratteriali e comportamentali, tenendo conto le conoscenze a 360 gradi delle fasce d’età sulle quali gli Istruttori operano.

Ad inizio corso si suddividono i bambini per gruppi omogenei mediante una valutazione dei dati prodotti con dei test d’ingresso . Questo permette di creare un’omogeneità dei livelli d’apprendimento nei gruppi, facendo crescere i bambini in modo graduale, mettendo gli stessi allievi a loro agio. I gruppi che si formano, vengono ogni tre mesi messi in verifica e riorganizzati in modo di avere dei contesti lavorativi, sempre omogenei ( gruppi aperti ). Certo che bisogna essere abili a gestire al meglio le dinamiche che ne scaturirebbero e vale a dire: comportamento nel gruppo, traumi psicologici dovuti ai processi di socializzazione e quant’altro.

B) Per la Pre-Agonistica. Esordienti ultimo anno; Giov. Sper. sotto età; Giov. Sperimentali.
Creazione di più gruppi della stessa fascia d’età, con i criteri precedentemente espressi. Dar modo agli allievi di completare la loro fase evolutiva, per essere valutati dalla società senza riserve ed errori.





C) Per l’Agonistica Giov. Reg., Allievi Sper., Allievi Reg., Juniores Reg. .
Valutazione da parte della società, di chi è idoneo al giuoco del calcio, in tutte le sue componenti: tecniche, tattiche, condizionali, caratteriali ecc.


3) Criteri per l’assegnazione dei docenti (Istruttori – allenatori) alle squadre.

Troppo spesso girando per i numerosi campi di periferia, capita di notare tanti pseudo allenatori, che pur di mettersi in mostra, calpestano quella che dovrebbe essere l’etica sportiva educativa oltre che tecnica da trasmettere ai propri allievi.
Questo ruolo, sempre più ricco d’oneri che d’onori, è di fondamentale importanza per la crescita psico-fisica del giovane calciatore. Negli ultimi tempi è di molto aumentata la consapevolezza della funzione educativa dello sport e quindi c’è necessita sempre più, di persone molto qualificate sia dal punto di vista tecnico che da quello psico-pedagogico. La responsabilità degli allenatori non si ferma al solo risultato sportivo.
La nostra Società sta cercando, attraverso un’accurata ricerca, di individuare quali siano le caratteristiche principali che un allenatore di settore giovanile deve possedere.

Educatore: saper educare attraverso lo sport significa: saper utilizzare lo sport come strumento per raggiungere alcuni obiettivi (miglioramento della prestazione calcistica, allontanamento dai malesseri generazionali causati dalla troppa sedentarietà, formare il futuro cittadino tramite l’educazione al fair play). Nasce spontanea la considerazione che prima di poter trasmettere tali nozioni un allenatore deve possederle nel suo bagaglio culturale. Si è notato nel corso degli anni che la figura professionale più rispondente a questa realtà è l’insegnante d’educazione fisica.

Dimostratore: altra caratteristica fondamentale è quella di poter fare affidamento su un vissuto d’esperienze calcistiche utili a capire e risolvere problemi legati a tutta la sfera che circonda il giovane calciatore. Il saper dimostrare un gesto tecnico con notevole facilità oltre che essere d’estrema importanza per l’apprendimento imitativo dell’allievo, accresce anche l’autorevolezza dell’allenatore.

Pedagogo e psicologo: conoscere la pedagogia e la psicologia aiuta spesso a trovare le giuste chiavi per entrare nelle complesse personalità dei giovani di quest’età. Valorizzare gli interventi degli allievi durante mini riunione nello spogliatoio può essere utile per far sentire tutti, bravi e meno bravi, utili alla causa della squadra.
Insegnante: deve saper trasmettere le proprie conoscenze facilitando l’apprendimento di tutti gli allievi utilizzando metodologie chiare e che tengano sempre in considerazione le variabili dell’apprendimento. Deve essere un attento osservatore dentro e fuori del campo. Non deve mai smettere di aggiornarsi e mettersi in discussione sottoponendosi lui per primo a costruttive autocritiche.
Forte personalità: deve possedere una personalità autorevole tale che i ragazzi riconoscano in lui una guida capace di accompagnarli nei loro miglioramenti quotidiani sia dal punto di vista tecnico che comportamentale.

Nella ricerca dei docenti, un capitolo a parte merita l’assegnazione degli stessi, alla Scuola Calcio. I bambini che vanno dai cinque agli otto anni, devono lavorare con Istruttori diplomati ISEF o IUSM. Dai nove anni ai dodici anni, dovrebbero essere utilizzati Istruttori ISEF o IUSM, che hanno svolto il corso di “Istruttori giovani calciatori” o meglio ancora, corsi di “Allenatori di Base”. Venendo a mancare queste figure, si può ricorrere alla presenza d’allenatori di base o istruttori di giovani calciatori, solo dopo colloquio che né evidenzierebbe le conoscenze della materia grazie a dei pre-requisiti di base. Mi permetto di elencare alcuni tratti della personalità di un istruttore positivo:
Fiducia in se stesso, mentalità elastica, disponibilità verso gli altri, essere un leader, essere in possesso di un buon livello culturale, conoscenza di se stesso, buon comunicatore, buon’intelligenza emotiva, capacità empatica, curiosità verso il nuovo, ecc. ecc..
(chiaro che tutti gli addetti ai lavori, debbono avere maturato a secondo delle fasce d’età, vari gradi d’esperienza)



Indicazioni relative alla programmazione didattica e metodologica

Il modello Savio prevede l'instaurarsi di un clima di collaborazione d' "equipe" tra i docenti. È così, tra l'altro, possibile migliorare il lavoro interdisciplinare consentendo l'interconnessione dei saperi delle diverse persone e favorire, in tal modo, l'apprendimento.
Le metodologie da impiegare, i contenuti, i tempi d’apprendimento, i metodi di verifica, i criteri di valutazione saranno oggetto di discussione nelle riunioni dei docenti. Nelle stesse riunioni sarà affrontato il lavoro della programmazione.

Si propone il seguente itinerario operativo:
 
PRIMA FASE (mese di settembre)

Riunione degli istruttori per l'analisi dei corsi e per individuare gli obiettivi del settore giovanile nell’ambiente della realtà in cui si opera. Il gruppo d’istruttori si articolerà quindi in sottogruppi, ciascuno dei quali affronterà il lavoro di programmazione delle singole squadre. Al termine di questa fase ogni "settore" dovrà produrre un documento in cui siano indicate in linea di massima per ogni squadra dello specifico indirizzo:
a. Le scelte educative-formative, gli obiettivi generali e specifici;
b. La suddivisione del programma in moduli con l'indicazione dei contenuti e la suddivisione in unità didattiche

SECONDA FASE (Settembre)

Con le stesse modalità precedenti si formeranno gruppi di lavoro con il compito di definire un’articolazione operativa in cui per ogni gruppo siano di massima indicati:
a. Gli obiettivi;
b. I contenuti;
c. I prerequisiti;
d. I mezzi e le risorse da predisporre;
e. La metodologia da impiegare;
f. Una suddivisione temporale di presentazione degli argomenti con l'indicazione del tempo previsto;
g. il tipo di verifica da impiegare con l'indicazione del tempo richiesto.


TERZA FASE

Riunione per l'approvazione della programmazione e degli obiettivi. Messa appunto dei moduli da parte d’ogni gruppo docente e dei singoli docenti. Consegna della documentazione nei tempi stabiliti.

Obiettivi della Società .

Uno dei più importanti argomenti in una società calcistica, è l’elaborazione di un progetto altamente professionale, per un rapido sviluppo dei seguenti punti:
- favorire lo sviluppo del calcio giovanile al suo interno;
- stabilire la metodologia per la formazione degli allenatori;
- favorire lo scambio di esperienze e di conoscenze tra gli allenatori;
- stabilire una didattica e una metodologia di lavoro, che accomuni tutto il settore giovanile.

Formazione del calciatore
- Formare il calciatore per la prima squadra
- Formare il calciatore per le squadre regionali. (obiettivo a medio – lungo termine)
- Riguardo l’aspetto Fisico – Atletico, si privilegiano i giocatori con prospettive calcistiche.
- Riguardo l’aspetto Tecnico, si programma l’insegnamento della Tecnica calcistica in tutte le sue componenti tecniche.
- Riguardo l’aspetto tattico, il gioco di squadra deve esaltare l’espressione del gesto tecnico.
- Formazione aperta (turn over), intercambiabilità dei ruoli.


Ricerca dei criteri di giogo, in ambito giovanile.
Bisogna essere orientati alla formazione del calciatore, mediante i seguenti presupposti :
- Cultura del possesso di palla finalizzato.
- Tutti i giocatori toccano spesso la palla in situazione di gara.
- Ricerca del gioco in ogni zona del campo.
- I difensori costruiscono il gioco.
- La manovra viene preparata dal basso anche attraverso la circolazione della palla.
- Cambiare fronte di gioco con frequenza.
- I centrocampisti si propongono per ricevere la palla dai difensori per poi leggere il gioco e mettere in azione gli attaccanti.
- Gli attaccanti si smarcano anche venendo in appoggio ai centrocampisti per far giocare la squadra.
- Ecc. Ecc.



Due figure di alto livello

Nel nostro settore giovanile, sono state inserite due figure professionali di grande spessore e cioè:
“Il preparatore coordinativo” e “il maestro di Tecnica”.
Il preparatore coordinativo ha il compito di sviluppare e recuperare le abilità coordinative degli allievi, inserendo nelle unità didattiche, (sedute d’allenamento) una parte specifica dedicata allo sviluppo dello schema corporeo e motorio di base. Questa figura professionale, ha il compito di programmare annualmente un lavoro specifico per lo sviluppo coordinativo e motorio, per le varie fasce d’età. Questo lavoro va inserito all’inizio dell’attività (seduta d’allenamento).

Il maestro di Tecnica ha il compito di sviluppare la componente tecnica: tecnica individuale, tecnica applicata senza avversario, tecnica applicata con avversario, tecnica in velocità, tecnica applicata nelle situazioni di gioco, ecc. ecc.


Per concludere questa dissertazione, con l’auspicio che possa essere di aiuto a tutti gli operatori del settore, si può dire che, una società sportiva sia professionistica che dilettantistica ambiziosa, non può esimersi dal possedere un settore giovanile importante, che possa produrre dei calciatori per il futuro. Il vivaio, costituisce una base fondamentale da inserire nel tessuto connettivo della società sportiva.

FONTE: www.calciatori.com 

sabato 9 luglio 2016

CARI ALLENATORI ALLENATE LA TECNICA NON LA TATTICA


Cari allenatori di Settore Giovanile, così non va.Si sente da più parti dire, proporre, voler cambiare. Tutto giusto, ma a mio avviso si perde di vista l'aspetto più importante. Al centro di questo variegato e a volte bizzarro mondo che è il calcio giovanile non ci sono le società, gli allenatori, un titolo da vincere: ci sono i ragazzi, quello che vivono questo sport come un sogno, quelli che nella maggior parte dei casi non arriveranno a calcare campi prestigiosi ma ai quali, in fondo, questo serve come scuola di vita. L'appello, oggi, lo riserviamo a tutti gli allenatori di Settore Giovanile, con i quali, spesso, non mi trovo d'accordo. Diceva un giorno un certo Vatta, non uno qualsiasi nel settore, che chi vuole fare l'allenatore di Settore Giovanile non dovrebbe mai guardare alla propria carriera, ai successi che otterrà, ma solo ed esclusivamente alla crescita, tecnica e morale, dei ragazzi che allena.
Troppo spesso, invece, soprattutto ultimamente vediamo, sentiamo e percepiamo allenatori che vedono il settore giovanile come il trampolino di lancio per chissà quale carriera, dove una salvezza conquistata con un punto in trasferta facendo le barricate ha più senso di far provare a giocare il pallone alla propria squadra. Partiamo da questo ed arriviamo ad un altro, determinante, punto.
Cari allenatori: allenate la tecnica, non la tattica.
Lo abbiamo già scritto lo scorso anno, lo abbiamo sentito dire ultimamente anche ad allenatori che qualcosa nel calcio l'hanno fatta. Si è perso di vista il punto, il centro di questo sport. Da più parti e sempre più spesso sentiamo invocare lo studio del 4-4-2 in fase di non possesso, di far posizionare i giocatori nelle linee di passaggio per interrompere le azioni, di diagonali fatte più o meno bene, di elastico, fuorigioco, aggressività.
Questo sport non è questo. Se fosse stato questo non avrebbe mai attirato ragazzi e appassionati, questo sport è un'altra cosa, è fantasia, dribbling, estro, tecnica, cose ormai dimenticate.
Vediamo, purtroppo, ogni settimana partite di settore giovanile dove la noia è la protagonista principale. In campo ventidue soldatini ad eseguire un compito, stringi, allarga, scarica, appoggia, non sentiamo più un allenatore invitare il proprio giocatore a puntare l'avversario, a provare, a dribblare, con la conseguenza di un appiattimento, verso il basso, di tutto questo movimento.
Se non vinciamo più a livello internazionale, se facciamo pessime figure, se non produciamo più campioni veri, ci siamo mai chiesti se tutto questo dipende anche da chi è una delle figure principali in questo sport, e che ultimamente ha pensato più a studiare tattica che ad insegnare calcio?
Un tempo gli allenamenti erano fatti di tiri, tecnica, muro, i campi in terra ma il pallone non si staccava dal piede, perchè se accadeva c'era il cambio già pronto, oggi non c'è campo che non abbiamo un'erba sintetica di ultimissima generazione, scarpini ultra tecnologici in grado anche di camminare da soli, poi però vediamo stop fatti con il pallone ad un metro, tiri a tratti imbarazzanti.
Cari allenatori, se possiamo darvi un consiglio, se volete accettarlo, vi invitiamo ad allenare la tecnica, non la tattica, create giocatori, non soldatini, perchè tutto quello che fate sul quel rettangolo lo dovete fare per loro, non per voi...
Alessandro Grandoni

FONTE: http://www.fuoriareaweb.it

giovedì 7 luglio 2016

IL CALCIO MUORE TRA L'INDIFFERENZA DELLE ISTITUZIONI


Prendendo spunto da un'intervista rilasciata a LA NUOVA DI FERRARA dal presidente FIGC regionale dell'Emilia Romagna, il sig. Paolo Briati, dove lo stesso, parlando della continua riduzione di società sportive iscritte alla FIGC, asserisce che: «Ci sarà un calo, sarà inevitabile. Altre società non ce la fanno ad iscriversi ed il trend negativo proseguirà. Ormai è chiaro che il calcio di una volta non esiste più, i volontari sono sempre meno e perfino gli attuali dirigenti hanno meno tempo da dedicare alla passione calcistica. Siamo di fronte ad un'emergenza; c’è bisogno di ingegnarsi per trovare risorse dove non ce ne sono più. Ognuno, noi compresi, deve fare la sua parte, inutile nascondersi».
Un calo generalizzato che non riguarda solo l'Emilia Romagna. In tutta Italia c'è una vera e propria emorragia, figlia di rinunce o fusioni tra club per andare avanti nonostante tutto.
La problematica viene completamente ignorata dalle istituzioni, sensibili a discorsi di accoglienza immigrati, inclusione e mediazione culturale, dove vengono investiti (giustamente) fior di milioni, istituzioni che però ambito di attività rivolte ai giovani restano ferme nel vedere le associazioni sportive dilettantistiche ancora come vacche da mungere. Mentre le spese per le associazioni sono già insostenibili esse continuano con aumenti davvero insensati, le spese arbitrali, di assicurazione, le multe e i tesseramenti oramai sono fuori mercato, così come gli affitti degli impianti pubblici comunali, pagati come beni di lusso e non come un servizio offerto alla comunità, per evitare la dispersione giovanile.
Oggi sembra tornati a prima della rivoluzione francese, quando la nobiltà ed il clero gozzovigliavano a palazzo mentre il terzo stato si ammazzava per un tozzo di pane. Così succede che a decine, ogni anno, le società chiudono bottega, essendo fondate, la quasi totalità, solo sulla passione di pochi dirigenti, quasi sempre persone che vivono di stipendi e salari, che hanno come unico obiettivo portare avanti il nome della propria città, quartiere, paese e dare la possibilità ai ragazzi di coltivare una passione sana. Tante volte però sembra che questa passione, questa voglia e questa motivazione vada solo sfruttata da chi ha il governo del calcio, persone solo da spremere attraverso iscrizioni, multe, costi esorbitanti di strutture e squalifiche quando si alza la voce. "Volete per forza fare calcio? ah si? Allora pagate e zitti!" oramai questa è la percezione di chi porta avanti realtà dilettantistiche, con tante spese e sacrifici, così alla fine sempre più dirigenti si stanacano e mollano tutto, oggi possiamo solo constatare che IL CALCIO MUORE TRA L'INDIFFERENZA DELLE ISTITUZIONI.

lunedì 4 luglio 2016

RIFORMA CAMPIONATI REGIONALI



Proprio in questi giorni si è ritornati sulla riunione della federazione, fatta nel mese di marzo, tesa a valutare i campionati giovanili regionali, si è discusse e si discute molto sulla formula dei tornei allievi e giovanissimi e sui possibili cambiamenti, magari aumentando i gironi e giocando anche nella fase autunnale andata e ritorno.
In base a quanto visto nei primi tre anni di sperimentazione di questa buona formula si è potuto assistere a qualche problematica emersa da questa formula. A nostro avviso sono emerse queste difficoltà:
- Dieci squadre nella fase finale sono un pò troppe in quanto le ultime di solito sono poco competitive e perdono ben presto ogni stimolo agonistico.
- Tra le undici squadre che lottano per salvarsi diverse ottengono oltre 20 punti nella prima fase ed è una cosa assolutamente poco equa farle ripartire da zero punti, esattamente come chi ha ottenuto una manciata di punti e poi magari a dicembre riesce a tesserare alcuni elementi che spostano gli equilibri.
- Nella prima fase molto dipende dal girone in cui si capita e dal numero di partite casalinghe ed in trasferta assegnato dal calendario e soprattutto dove si devono giocare i cosidetti scontri diretti.

Analizzando bene la situazione, ad oggi un buon compromesso sartebbe ridurre le compagini a 30 e dividerle in 3 gironi da 10, giocando andata e ritorno nella prima fase (18 partite), le prime 3 di ogni girone accederebbero alla fase finale a 9 squadre, con gare di andata e ritorno (16 partite) e finale secca tra le prime 2 in casa della miglior piazzata. Le restanti 7 disputerebbero il girone per la salvezza (2 retrocessioni per girone) e per la finale di coppa abruzzo (le prime di ogni girone), con gare di andata e ritorno (12 partite), ripartendo però tenendo conto dei punteggi del girone eliminatorio (es. 50% di quelli conquistati nella fase eliminatoria).   
ECCO DI SEGUITO UN ESEMPIO


FINE DELLA PRIMA FASE

GIRONE A GIRONE B
GIRONE C
GIALLI.......... 41 CANI..............37
ROMA..............40
VERDI.......... 40 CAVALLI.........36
LONDRA...........32
NERI............ 38 LUPI...............33
PARIGI..............32
BLU............. 36 ZEBRE............32
TOKIO...............31
ROSSI.......... 21 GIRAFFE.........30
MONACO.........27
MARRONI... 19 CAMMELLI......26
MADRID...........22
ARANCIONI.. 19 GATTI.............19
BOSTON...........17
VIOLA..........12 ELEFANTI........18
MOSCA............11
BIANCHI...... 8 TIGRI...............11
ZURIGO............7
AZZURRI...... 4 LEONI...............1
LISBONA...........6




INIZIO DELLA SECONDA FASE






GIRONE ELITE
FINALE





GIALLI
GIALLI - VERDI

VERDI


NERI


CANI


CAVALLI


LUPI


ROMA


LONDRA


PARIGI





GIRONE SALVEZZA GIRONE SALVEZZA
GIRONE SALVEZZA




BLU..............18 ZEBRE.........16
TOKIO.......16
ROSSI...........11 GIRAFFE......15
MONACO....14
MARRONI.....10 CAMMELLI..13
MADRID......11
ARANCIONI...10 GATTI..........10
BOSTON......9
VIOLA............6 ELEFANTI.....9
MOSCA.......6
BIANCHI.........4 TIGRI...........6
ZURIGO......4
AZZURRI.........2 LEONI............1
LISBONA.....3





FINALE C. ABRUZZO






BLU


ZEBRE


TOKIO