martedì 26 luglio 2016

PULCINO CACCIATO DALLO J.C. PARMA, LA MADRE: "Quali sono i valori educativi?"



“Inviamo la presente per comunicarti che non rientri più nei quadri tecnici della nostra Società in vista della prossima stagione 2016/2017”. Questo il messaggio con cui il Juventus Club Parma ha deciso di “scaricare” un bambino di dieci anni di Mezzani, una frazione di Parma. L'associazione dilettantistica (che con la Juventus campione d'Italia ha in comune solo il nome) ha deciso di affidare a una lettera, destinata direttamente ai giovanissimi calciatori esclusi, la comunicazione che non avrebbero più potuto far parte della squadra dei “Pulcini”.

“Uno scandalo”, afferma sua madre, Berna P, 48 anni, che, dopo aver visto suo figlio in lacrime, ha deciso di scrivere ai giornali e alla Figc per denunciare l'accaduto: “A quali principi educativi – si chiede - si ispira una scuola calcio che scarica i ragazzini con una lettera?”.

Lo Juventus Parma Club (una delle oltre 7mila scuole calcio italiane, le cui rette vanno dai 300 ai 900 euro l'anno e dalle quali arriva all'esordio in A solo un bambino ogni 4-5mila) si è scusato per aver indirizzato la lettera al bambino, ma ha difeso la propria scelta sostenendo di avere “tantissime richieste di iscrizione”. “Possiamo allestire solo un certo numero di squadre – ha dichiarato il presidente Mauro Bertoncini -. La necessità di selezionare viene da sé”. Una replica che irrita ancora di più la combattiva signora P.

Che cosa contesta di questa scelta?

Questa scuola è accreditata dalla Fgci, quindi dovrebbe seguirne le linee educative e non si parla di selezioni per questa fascia d'età, non per una associazione dilettantistica. Ci sono altre scuole che fissano un numero oltre il quale non accettano più iscrizioni, ma non fanno selezioni. Quando ha ricevuto la lettera mio figlio si è chiesto perché non poteva più andare a giocare con i suoi amici e vedere il suo allenatore. Alla sua età bisogna essere tutelati: si deve imparare a socializzare, a rispettare le regole. Questi valori vengono prima della tecnica sportiva, qualcuno dovrebbe vigilare.

Suo figlio frequentava la scuola da due anni: non era mai accaduto prima?

Sì, l'anno scorso avevano mandato via altri bambini. Mi hanno anche riferito che, nonostante venissero convocati a rotazione, non tutti sarebbero stati fatti giocare allo stesso modo. Questa cosa non ci era piaciuta, ma finché non toccano tuo figlio non ti mobiliti. Ora mi rendo conto che avremmo dovuto dire qualcosa già in quelle occasioni.

Come hanno reagito gli altri genitori?

Da quasi tutti i genitori dei bambini che sono stati convocati non ho ricevuto neanche una telefonata, nonostante si fossero creati dei legami di amicizia. Altri mi chiedono: "Ma non lo sapevi che il mondo del calcio funziona così?". No, io non lo sapevo. Mi sono informata prima di iscriverlo e il fatto che la scuola avesse il riconoscimento della Figc mi dava garanzie sulla sua validità. Se avessi saputo che facevano selezioni non l'avrei mai iscritto. Le famiglie e i dirigenti devono riconoscere che in questo sistema c'è qualcosa che non funziona.

Iscriverà ancora suo figlio a calcio?

Il mio bambino fa anche judo, ma ama il calcio, quindi lo iscriverò alla scuola della frazione dove abitiamo: non ha nessuna targa e nessun riconoscimento, ma siamo certi che non sarà trattato nello stesso modo. Intanto ho scritto anche al dirigente della Scuola Calcio Juventus Italia, quella ufficiale, di Torino, che mi ha risposto subito, dicendomi che girerà il caso ai loro legali. Dalla Fgic regionale, invece, non si è fatto vivo nessuno, ma una risposta me la devono dare. Io non mi fermo qui.

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